Emanuele Bosi (attore) Roma
2.3.2009
Intervista di Gianfranco Gramola
Il bello di Rebibbia con la passione per
l'elettronica
Emanuele con Mary Petruolo
Emanuele Bosi è nato a Roma il 15 aprile del
1985. Giovanissimo inizia a studiare recitazione, prima nel laboratorio teatrale
della scuola elementare e poi frequentando altri laboratori e compagnie teatrali
più importanti. Conseguita la maturità, studia recitazione con Beatrice Bracco
e successivamente frequenta l'Actors Center di Michael Margotta. Dopo aver
recitato vari anni in teatro, nel 2007 appare per la prima volta in televisione
come co - protagonista, nel ruolo di Renato Musso, della soap opera di Rai 1
“Incantesimo 9 “. Nello stesso anno è co - protagonista anche del film tv
di Canale 5 “Un dottore quasi perfetto”, con la regia di Raffaele Mertes che
lo dirige anche nella miniserie tv, sempre su Canale 5 “Questa è la mia terra
– Vent’anni dopo “ (2008), in cui ha il ruolo di Pietro De Santis,
figlio dei protagonisti che hanno il volto di Kasia Smutniak e Roberto Farnesi.
Alla fine del 2007, gira il suo primo film per il grande schermo “A casa sulle
nuvole”, diretto da Claudio Giovannesi, nelle sale nel 2008, in cui è
protagonista, nel ruolo di Lorenzo Raggi, insieme ad Adriano Giannini. Il 19
ottobre del 2008 ritorna su Rai Uno con il film tv “Ovunque tu sia” (2008),
in cui interpreta il ruolo di Marco, figlio della protagonista, Barbara,
interpretata da Lucrezia Lante Della Rovere. Successivamente appare su SKY
Cinema nella miniserie tv “Romanzo criminale”, diretta da
Stefano Sollima. Nel 2009 è protagonista, insieme a Mary Petruolo, del
film “Questo piccolo grande amore”, con la regia di Riccardo Donna, ispirato
all'omonimo album di Claudio Baglioni, del 1972.
Filmografia
Cinema:
La casa sulle nuvole (2008) – Questo piccolo grande amore (2009).
televisione:
Incantesimo 9 (2007) – Un dottore quasi perfetto (2007) – Questa è la
mia terra – vent’anni dopo (2008) – Distretto di polizia 8 (2008) –
Ovunque tu sia (2008) – Romanzo criminale (2008) – Codice Aurora (2008).
Ha detto
- Il
successo? Spero che non cambi niente e soprattutto spero che la popolarità
resti un fenomeno gestibile. Mi terrorizza l'idea di non essere libero di andare
in giro con i miei amici, di fare la mia vita.
- L'unica cosa che da attore non farei mai è
un cinepanettone. Ma se mi chiamassero per la parodia di un film per teenager,
allora direi subito di sì.
- Non ho votato per Berlusconi. Sono di
sinistra ma oggi faccio fatica a identificarmi in questa politica. Non mi piace.
- Ho
dovuto lavorare per poter studiare recitazione e ho fatto il cameriere, risposto
alle telefonate in un call-center e sono stato archivista in una banca.
- Baglioni mi è sempre piaciuto, e poi i
miei genitori la ascoltavano moltissimo! Ho dei bei ricordi.
Curiosità
- Come
tanti attori, ha intensificato lo studio del metodo Stanislavskij, attraverso le
metodiche originali tipiche del "Lee Strasberg Istitute", meglio
noto come Actor Studio di New York.
- Non
ha prestato il servizio militare.
- La
mamma è socia di una ditta che si occupa di pulizie e lavori edili, il papà è
pensionato.
Intervista
Com’è nata la passione per la
recitazione, Emanuele?
E’ nata verso i 15 anni. Da lì ho iniziato
a frequentare i laboratori teatrali e frequentando il teatro, ho capito che
piano piano sarebbe diventato il lavoro della mia vita. Il debutto lo ricordo a
teatro, in uno spettacolo che si chiamava “Uguali ma diversi”, con una
compagnia teatrale amatoriale. A livello televisivo, il mio debutto è stato con
Incantesimo.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
Nessuno che non fosse quello che mi piacesse.
Adesso sanno che faccio un lavoro che mi piace e loro sono molto soddisfatti di
questo.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione artistica?
La mia più grande soddisfazione artistica è
innanzitutto aver cominciato a lavorare. E’ molto difficile fare questo
lavoro. Sono tanti, tantissimi quelli che vogliono fare questo mestiere, però
poi sono pochi quelli che ci riescono, quindi rientrare tra quei pochi, per me
è già una grande soddisfazione. Ti posso dire anche che l’ultimo film che ho
fatto è una grande soddisfazione, anche perché è il lavoro più grande che ho
fatto fino ad adesso. Diciamo che è il progetto più importante e quindi la più
grande soddisfazione è questa, cioè uscire sul grande schermo come
protagonista di un film, con quasi 500 copie distribuite dalla Medusa e il
massimo.
Chissà quanti complimenti hai ricevuto
Emanuele. Dico bene?
Si! Il complimento è che so trasmettere
emozioni. E’ un bellissimo complimento, perché per un attore, riuscire a fare
questo è importante, perché vuol dire che sei riuscito nel tuo intento.
Una critica?
Critiche ne ho ricevute tante (risata). Una
che ho letto e che mi ha dato fastidio diceva che trasmettevo solo bellezza e
niente altro.
Com’è il tuo rapporto con la Fede?
Sono credente, vengo da una famiglia
cattolica, purtroppo non frequento molto la chiesa. Intendo dire le funzioni
religiose, non sono proprio puntale in questo. Credo a modo mio. Quando ne sento
il bisogno, entro in chiesa e prego.
Hai un sogno artistico nel cassetto?
Quello di seguire e migliorare il mio
percorso artistico. Non ho un sogno particolare di dove vorrei arrivare,
semplicemente continuare a lavorare, giorno per giorno.
Hai dei progetti?
No! Al momento non ho grandi impegni, niente
di ufficiale.
Quando non lavori quali sono i tuoi hobby?
Io amo molto l’elettronica,
l’elettrotecnica e quando ho tempo mi costruisco circuiti e delle cose. Quando
a casa mia c’è qualcosa che riguarda l’elettronica, ci penso io (risata).
Parliamo di Roma, ti va?
Si! Come no.
In quale zona hai trascorso l’infanzia?
Io sono cresciuto a Rebibbia, dove c’è il
famoso carcere (risata). Lì ho la mia famiglia, gli amici, ho fatto le scuole
lì vicino, ecc…
C’è un angolo di Roma che ami
particolarmente, a parte quella della tua infanzia?
Amo molto il Gianicolo. Mi piace molto vedere
Roma dall’alto di questo colle. Di notte il panorama è ancora più bello.
Come trovi i romani (pregi e difetti)?
Il romano è diffidente all’inizio, però
poi quando con lui hai stretto un’amicizia, è difficile staccarsi. Il romano
è una persona che tiene molto all’amicizia, ci tiene a darti una mano quando
hai bisogno, anzi è facile che ti dia anche il braccio. Il romano è una
persona di cuore, però prima te lo devi conquistare. Quando l’hai
conquistato, ti apre anche la porta di casa.
Come vivi la Roma by night?
Ultimamente un po’ di meno (risata),
perché con tutti gli impegni che ho, non riesco mai a trovare un paio di ore da
passare con gli amici di sempre. Una volta frequentavo molto la Roma di notte,
dalle parti di Trastevere, campo de’ Fiori, discoteche, ecc…
Ami la cucina romana?
Si! Moltissimo. Adoro la trippa (risata),
ma non ho un locale in particolare, perché se mangia bene dappertutto a Roma. A
me piace molto variare locali e
posti.
C’è qualcosa che non ti piace di Roma,
Emanuele?
C’è una cosa che non mi piace. Come ti
dicevo prima, amo vedere Roma dall’alto e dal Gianicolo è veramente uno
spettacolo. Quando vado a Frascati, purtroppo, vedo una grande nuvola sopra
tutta la città di Roma e questo non mi piace per niente. E’ tutto smog.
Quando vado ai Castelli, al tramonto, e guardo Roma, vedo proprio questo strato
di nebbia, questa cappa di smog e mi rendo conto che io ci vivo sotto quella
cappa di veleno. Non è piacevole.
Se tu fossi il sindaco di Roma, cosa
faresti per migliorarla?
Non lo so (risata). Forse eliminerei un
po’ di traffico, perché è un problema che paralizza un po’ Roma. Se uno
vuole attraversare Roma, ci vuole minimo un’ora. C’è da dire che la gente
usa la macchina per fare 50 metri. Poi a Roma non c’è un sistema di servizi
pubblici adeguata e allora scoraggi i cittadini che alla fine usano i mezzi
propri. Se fossi il sindaco, migliorerei in modo notevole, in modo proprio
drastico i servizi pubblici.
Ti piace il romanesco?
Si! Mi piace molto il romanesco. L’ho
dovuto un po’ abbandonare per questo lavoro, perché prima si sentiva molto la
cadenza romanesca, poi piano piano, ho dovuto cercare di abbandonarla. Però il
romanesco ce l’ho nel cuore.
Ho letto che Claudio Baglioni è venuto
sul set del film “QPGA”. Come ti è sembrato?
Si! E’ vero. L’ho conosciuto… è una
persona molto alla mano, molto discreto, non è stato invadente sul nostro
lavoro. Ha dettato delle linee
guida che erano quelle degli accordi, ma per il resto ci ha dato il libero
arbitrio su come volevamo interpretare i personaggi. E’ una persona simpatica
e piacevole.